Cilento - SIC Monte Motola (IT8050028)

Creato il .

Estensione: 4690,36 ha

Altri vincoli di protezione: Il SIC si sovrappone a una ZPS chiamata  “Monte Cervati e dintorni” (IT8050046).

Mappa

Caratteri abiotici


In termini di clima il Monte Motola è per lo più compreso nella regione temperata, l'influenza del clima mediterraneo è comunque rilevante nelle zone collinari, nella parte orientale lungo il Vallo di Diano, e in quella occidentale nel comune di Sacco.
Il Monte Motola è prevalentemente calcareo , con numerose forre e valloni (es. Forra del Torrente Buccana, Forra del Torrente Sammaro). Le zone collinari sono invece caratterizzate da argilla e substrati marnosi.
La struttura calcarea del Monte Cervati-Monte Motola appartiene alla stessa unità stratigrafica del massiccio degli Alburni (Unità Alburno-Cervati-Pollino). Quest'ultimo è composto principalmente di rocce calcaree, calcareo-dolomitiche, e calcareo-marnose datate tra il Triassico ed i periodi del Neogene.
Nelle zone circostanti la struttura montuosa possono affiorare rocce flyschoidi composte da argilla e marne risalenti al Miocene. Queste rocce appartengono alla unità Sicilide e Castelnuovo-Cilentana.

 

 

Vegetazione


Su substrati calcarei è possibile riconoscere nel SIC le faggete dell'Appennino meridionale tipicamente presenti alle quote più elevate (di solito oltre i 1300-1400 metri s.l.m.) di solito riferite all'associazione Ranunculo brutii-Fagetum sylvaticae. Queste foreste sono generalmente dominate da Fagus sylvatica, ma nello strato arboreo si rinvengono anche Acer lobelii, A. pseudoplatanus, Salix capraea e Sorbus aucuparia. Il sottobosco è generalmente piuttosto scarso, sia in termini di copertura che di ricchezza di specie, tuttavia si possono rinvenire le seguenti specie: Ranunculus brutius, Lamiastrum galeobdolon, Campanula trichocalycina, Stellaria nemorum, Cardamine kitaibelii e Orthilia secunda.
Alle quote più basse si sviluppano boschi di faggio con composizione differente in genere riferiti all’associazione Anemono apenninae-Fagetum sylvaticae. A queste quote  compongono la volta arborea insieme al faggio: Alnus cordata, Acer obtusatum, Salix capraea, Sorbus aucuparia, Taxus baccata e, in una parte del versante settentrionale del Monte Motola, Abies alba. Questo tipo di faggeta ha un sottobosco , più ricco sia in termini di specie arbustive (Rubus hirtus, Pyrus pyraster, Malus sylvestris, Crataegus monogyna e C. laevigata) che di specie erbacee.
Le tipologie di prateria più diffuse sono le praterie aride dominate da Bromus erectus e incluse nell’alleanza endemica appenninica Phleo ambigui-Bromion erecti. Su argilla e rocce marnose a quote più basse si sviluppano boschi di cerro (Quercus cerris) il cui sottobosco è caratterizzato da numerose specie endemiche dell'Appennino meridionale, quali Lathyrus digitatus, L. Jordani, Melittis albida, Physospermum verticillatum e Euphorbia corallioides. I tipi di prati che si rinvengono su questi substrati sono dominati da Brachypodium rupestre.

 

Fauna

Diverse specie di vertebrati ed invertebrati inclusi nella Direttiva Habitat sono stati rinvenuti nel SIC e nelle aree circostanti. Tra le specie di uccelli si possono citare il Picchio nero (Dryocopus martius), il Picchio rosso mediano (Dendrocopos medius) e la Balia dal collare (Ficedula albicollis) come specie forestali che sono anche favorite dalla presenza di alberi senescenti. Tra i mammiferi sono state segnalate diverse specie di pipistrelli protette dalla Direttiva Habitat ed il Lupo (Canis lupus). Tra le specie di anfibi e rettili citiamo l’Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), la Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata) e il Cervone (Elaphe quatuorlineata).
Gli invertebrati sono ben rappresentati con diverse specie legate a habitat forestali (ad esempio Cerambyx cerdo e Rosalia alpina).