Termine dei lavori nell’area d’intervento ‘Incodaro’, Comune di Crognaleto

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L’8 novembre 2014 sono terminati i lavori relativi alle azioni concrete del progetto LIFE FAGUS nell’area di Incodaro (anche noto come complesso di ‘Codaro-Campiglione’ nel comune di Crognaleto, TE), all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Si tratta del secondo lotto in ordine di tempo, dopo Prati di Tivo (comune di Pietracamela, TE), ad avere visto il termine dei lavori, su un totale di sei.
L’area di intervento è estesa 11,23 ha, di cui 6,16 sono stati effettivamente interessati dal taglio. Nel lotto di Incodaro è presente un bosco misto di faggio ed abete bianco (FOTO 1) che, come tale, è attribuibile all’habitat prioritario ai fini conservazionistici 9220* (ai sensi della direttiva ‘Habitat’ 92/43/CEE). Gli interventi selvicolturali hanno avuto come obiettivo l’aumento dell’eterogeneità strutturale del bosco e la promozione della rinnovazione della specie arborea che connota l’habitat 9220*, ossia l’abete bianco (azione C.2). Parallelamente gli interventi hanno mirato all’aumento della biodiversità delle piante del sottobosco e dei licheni epifiti (azione C.4), degli organismi saproxilici, ossia che sono legati alla presenza di legno morto (azione C.6), e degli uccelli che utilizzano gli alberi senescenti o morti come nido o per la ricerca di cibo (azione C.8).
Sono stati esboscati 174,24 mc di legna (FOTO 2), mentre un sostanziale quantitativo di legname circa 450 mc, è stato rilasciato in bosco ridotto in frammenti. In questo modo è stata incrementata la quota di legno morto del bosco (azione C.6), rilasciando legno a terra (FOTO 3),in piedi (FOTO 4) o in ‘pile faunistiche’ (FOTO 5) provvedendo così alla creazione di un ambiente idoneo alle faune saproxiliche. Il legno esboscato anche in questo caso è stato consegnato all’ente gestore del bosco (Corpo Forestale dello Stato – UTB di L’Aquila).
Relativamente alle azioni C.2 e C.4 sono state realizzate 21 radure (FOTO 6), di dimensioni varie. Si è poi provveduto alla creazione di tutta la varietà di alberi habitat normalmente presenti in boschi non gestiti (azione C.8), ossia alberi aventi cavità alla base (8 alberi), sul tronco (10 alberi – FOTO 7) ocatini basali (10 alberi – FOTO 8), tutte strutture che possono fungere da rifugio per diverse specie animali. Tra le specie di uccelli che potranno beneficiare di tali strutture citiamo la Balia dal Collare, un passeriforme tipico di ambiente forestale individuato come ‘specie prioritaria’ dalla direttiva Habitat. Altre strutture create durante gli interventi, quali gli alberi sradicati (4 alberi), e gli alberi pendenti (4 alberi – FOTO 9), completano il quadro di diversificazione strutturale messo in atto.
Infine sono state messe in opera tre recinzioni (aventi superficie di circa 5000 mq - FOTO 10), al fine di proteggere il soprassuolo forestale dagli ungulati. Grazie all’esclusione del pascolo domestico e selvatico, questa misura permetterà da un lato la preservazione della rinnovazione naturale del faggio e dell’abete bianco nell’area di intervento, dall’altro rappresenterà un’occasione per verificare l’incidenza del pascolo sullo sviluppo della rinnovazione naturale di tali specie.
Il tutto è stato segnalato in bosco tramite l’apposizione di specifici pannelli divulgativo-didattici (FOTO 11). Un sentito ringraziamento per l’impegno e la dedizione dimostrata va alle ditte forestali ‘Masci Diego’ di Fraz. Tottea, Nerito (TE) (Lotto di Incodaro) e ‘D’Abbondanza Legnami’ di Fraz. Intemesoli, Pietracamela (TE), oltre che al Dott. Agronomo Domenico Di Marco per la Direzione dei Lavori.